Ecco il prodigio della “softhand”, la mano artifciale capace di tutto

Una mano artificiale in grado di tagliare il pane, di portare i piatti, di versare l’acqua e bere, di spalmare il burro o la marmellata su una fetta di pane. Un prodigio che in futuro normalizzerà la vita di tante persone che hanno subito l’amputazione dell’arto, e che si sta trasformando in realtà. Si chiama mano poliarticolata e polifunzionale, o più semplicemente softhand, verrà presentata nel pomeriggio di sabato 23, al Trevignano FilmFest dedicato al futuro, che viene inaugurato domani, ed è frutto della collaborazione fra il Centro protesi Inail di Budrio e l’Istituto italiano di Tecnologia di Genova. Un progetto nato alla fine del 2013 che si conclude proprio entro quest’anno. Tecnologia robotica ed esperienza riabilitativa unite insieme.

Alle 17,15 di sabato, un filmato di pochi minuti, anch’esso prodotto insieme da Inail e IIT, farà capire molto più delle parole le prestazioni che la softhand permetterà. Bisogna tener conto che ogni anno in Italia si presentano 3.600 casi di malformazioni o amputazione degli arti superiori, e l’80 per cento di questi riguarda mano e dita e si determina sul lavoro. Cosa si sta facendo concretamente, lo racconteranno due ingegneri che hanno lavorato al progetto, Emanuele Gruppioni del Centro protesi di Budrio, che lo ha guidato, e Andrea Lince, dell’IIT di Genova, istituto con 1250 dipendenti di cinquanta diversi paesi, età media 34 anni. Ma ci sarà anche l’operaio in pensione Marco Zambelli, a mostrare al pubblico la sua mano poliarticolata, anche se non dell’ultima generazione. Il discorso si sposterà poi sull’impatto delle nuove tecnologie e dei robot sul mercato del lavoro, e qui sarà prezioso il contributo del professor Patrizio Di Nicola, sociologo dell’Università.

Avremo il tempo di premiare il direttore tecnico della Nazionale di calcio amputati Renzo Vergnani (in partenza per gli Europei) che ha portato nei mesi scorsi la sua squadra ad allenarsi a Trevignano, e un calciatore di questa Nazionale. Il tutto, moderato in un’ora o poco più dal nostro Enrico Cattaneo. Perché urgono i film. Il primo, il documentario francese “Domani”, in programma alle 15, è assolutamente da vedere, perché ci parlerà di agricoltura domestica, riciclo dei rifiuti, nuova istruzione e altro ancora. E alle 18.30 una delle nostre esclusive: “Okja” il film che racconta la storia amica del grande maiale che una multinazionale del cibo le vuole sottrarre. E poi alle 21,30 lo splendido “Il diritto di uccidere”, con l’ingegner Michele Bruno che ci parlerà dei droni, che costruisce e pilota, e che avranno un posto sempre più importante nel nostro futuro.