A fine mese l’ottava edizione: 14 film su democrazia e dittature

La democrazia soffre in tutto il mondo. Minacciata dalle crescenti diseguaglianze sociali, dai sovranismi, dai populismi, dalla tecnocrazia, con Internet che rende più agevole la nostra comunicazione, ma che può trasformarsi in dittatura, producendo “fake news” che disorientano l’opinione pubblica. A questo tema è dedicata l’ottava edizione del Trevignano FilmFest, in programma al Cinema Palma della cittadina sul lago di Bracciano dal 24 al 30 settembre 2019. Il team di giornalisti volontari che organizza l’annuale rassegna ha scelto un titolo molto duro: “I fantasmi della libertà – Cinema, democrazia e dittature”. E l’immagine del manifesto-locandina è ancora più suggestiva, con la Statua della Libertà conficcata in fondo al mare pattugliata da alcuni squali che le gironzolano intorno.

Un programma molto fitto. Verranno proposti agli spettatori otto film di fiction e sei documentari. “What is Democracy”, della canadese Astra Taylor, introduce bene il tema, con un excursus che parte da Platone per arrivare ai giorni nostri. Lo sguardo del FilmFest è rivolto anche al nostro passato. Ad esempio, ci sarà il documentario di Pietro Suber “1938. Quando scoprimmo di non essere più italiani”, sulle leggi razziali e la deportazione degli ebrei. Assieme all’autore interverrà una signora ebrea novantenne a raccontare come riuscì a farla franca. O l’altro documentario di Enrico Caria “L’uomo che non cambiò la storia”, sulla curiosa vicenda dell’archeologo Ranuccio Bianchi Bandinelli, che accompagnò in visita d’arte a Firenze e a Roma Hitler e Mussolini con il proposito (rimasto tale) di ucciderli.

Un film di fiction con una vena tragicomica è “Morto Stalin se ne fa un altro” e ospite della rassegna sarà il regista scozzese Armando Iannucci. “The Front Runner”, con Furio Colombo come ospite e commentatore, racconta invece lo scandalo sessuale che investì nel 1987 il candidato democratico alle presidenziali USA Gary Hart. “Una notte di 12 anni”, di Alvaro Brechner riprenderà gli anni della dittatura in Uruguay, il recentissimo film danese “Sons of Denmark” immaginerà le elezioni danesi del 2025 dominate da xenofobia e minacce terroristiche: è stato invitato l’attore Zaki Youssef. “Vota Waldo” gustoso film di Netflix, che racconta di un pupazzo che attraverso la tv condiziona pubblico ed elettori, fornirà lo spunto per un confronto a livello universitario sui tempi che viviamo.

Un’anteprima rispetto all’uscita nelle sale italiane “Herzog incontra Gorbaciov”, dell’illustre regista tedesco, mentre un altro famoso regista, l’americano Michael Moore, se la prenderà con Donald Trump in “Fahrenheit 11/9”.  “I had a dream” è un film dell’italiana Claudia Tosi, ospite del FilmFest, con un affresco sulla crisi della nostra politica, “In guerra” di Stephan Brizé è invece una fiction che ci porta in una fabbrica francese di cui è stata decretata la chiusura, mentre nel tradizionale spettacolo del lunedì per le scuole verrà proposto ai ragazzi il gustoso e già pluripremiato “Krenk” di Tommaso Santi, che sarà ospite della rassegna, seguito da “La Mélodie” di Rachid Hami.